1853 bio - Italian

Steven Avery

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Simonidis, figlio di Maria di Simi e di Simone lo stagirita, il quale a sua volta era figlio di Kostas, figlio di Fozio, figlio di Costantino, figlio di Fotocare, figlio di Andrisco, e discendente, risalendo via via indietro, di altri ottantotto antenati, nacque il 5 novembre 1820 nell isola di Idra e precisamente sulla nave da guerra di suo padre, denominata Ares, esattamente nel momento in cui uscì dal porto e navigava verso Simi, patria della madre del neonato. Quando la nave attraccò a Simi, dopo quattro giorni, il neonato viene battezzato in Cristo il 25 di novembre, e viene chiamato Costantino. Dal sacro fonte battesimale lo sollevò il capitano della nave Andrea Miaule grazie alla signora di nome Despina (se non m inganna il ricordo) giacché l eroe Miaule stava poco bene. Educato e divenuto allievo dei più preparati tra i Greci intendo dire, ad esempio, di Filetero il grammatico, del dotto Neofito Dukas, di Gregorio, figlio di Costantas, oratore straordinario, di Rigas, il celebre matematico, di Benedetto, adorno di ogni sapienza e virtù, di Giovanni Foziades di Simi, alunno delle Muse, chiamato in seguito Hierotheos, e sopra ogni altro del famosissimo Alessandro Sturtza fu proclamato dottore in filosofia avendo (in precedenza) composto il dotto trattato Sul Chersoneso Calcidico. Ma non trascurò nemmeno le belle arti, anzi anche di queste si occupò e massimamente in esse rifulse, avendo frequentato inizialmente alcuni dei migliori artisti dell Athos, Damasceno e Gennadio, e successivamente altri, in particolare il francese Vitali (Vidal?), uno dei celebri scolari del famoso francese David.

Nell anno 1843, essendo in Odessa, sotto la tutela del consigliere segreto dello zar Nicola, Alessandro Sturtza, partì verso Trebisonda, per incombenze politiche, su ordine di Sturtza. Dopo essersi fermato per qualche tempo e aver percorso il paese tutt intorno ( ), si recò nel monastero greco di Sumelàs. Tornato da quel monastero a Trebisonda incominciò, di qui, a visitare, nell ordine tutte ( ) le città costiere e le piccole cittadine del Ponto Eusino catechizzando chiunque fosse degno di catechesi, di fede greca ortodossa, contro i barbari Turchi; e contemporaneamente scrivendo un trattato archeologico molto importante sul Ponto Eusino ( ). Giunto a Calcedone (oggi Scutari), tornò a Bisanzio, e di lì ad Eraclea. Partito da Eraclea e avendo percorso tutta ( ) la costa tracia, e successivamente anche il Chersoneso tracio al di qua e al di là dell Ellesponto, giunto in 419 Lisimachia, la città un tempo fondata sulle rovine della città di Cardia 420 e fermatosi poco, ripartì anche di lì dopo tre giorni e tornò al fiume Ebro. Qui ammalatosi e poi rimessosi, ispeziona le fondamenta delle antiche città della Pieride, nonché quelle delle città site nel golfo strimonico, quindi si reca a Stagira, celebre patria dei suoi antenati.

Di qui si recò per la terza volta al monte Athos. Quivi fermatosi per qualche tempo, scrive sommariamente 421 la Storia dell agiografia e degli agiografi del monte Athos; l aveva composta trascegliendo la materia dai tesori filologici lì conservati. La inviò a Sturtza infatti dietro sua sollecitazione l aveva composta insieme con altri suoi scritti archeologici. Tradotta in lingua russa, sarà data anch essa alle stampe con altri scritti archeologici di lui.

Andato via dall Athos, visita le isole, tutte ( ), che si trovano intorno alla montagna, nonché alcune delle Sporadi e la costa della Caria 422 e una piccola parte della Licia. Dalla Licia ritorna a Cipro (vi era stato anche altre volte) e da Cipro va per la seconda volta ad Alessandria.

Da Alessandria fu al Cairo e al monte Sinai nell anno 1844, nel mese di gennaio.

Fermatosi per un po nel monastero greco di questo monte e avendovi scoperto cose di grande importanza, scrive in proposito al Patriarca Costanzio. E torna daccapo al Cairo e di nuovo raggiunge il Sinai nel mese di marzo.

Avendo percorso tutt intorno e accuratamente sia il monte Sinai che il territorio circostante (, quindi il paese dei Cassaniti tutto intero ( ) e quello degli Elisari, 423 e giunto fino al promontorio palindromo per svolgervi ricerche archeologiche passò, attraverso il mare degli Eropoliti 424 (comunemente detto Mar Rosso) nella città di Filotera nella Trogloditica, e di lì giunse al porto del Topo] e poi alla città di Copto.

Da Copto si spinge fino a Tebe, dove essendosi fermato tre interi ( [= il ) mesi parte per le isole Philai, poste a sud di Syene [Assuan], e anche di lì, dopo sette mesi, 425 tornò ad Alessandria, con tre casse di annotazioni archeologiche. Avendo quindi attraversato la Siria tutta ( ) e la Mesopotamia, e l Arabia Petrea e il Monte Libano oltre che l Antilibano, così come anche la Panfilia e la Cilicia, tornò successivamente a Babilonia e di lì in Persia, e dalla Persia tornò daccapo in Russia sano e salvo.

Nell anno 1846 andò a Bisanzio, in Bitinia, in Misia, e nella Grecia libera, dove si fece severo critico degli pseudo-apostoli americani, e liberò la Grecia dalla sozzura di questi malfattori. Quindi passa in Epiro, in Tessaglia e Macedonia, e daccapo a Bisanzio, a Odessa e Pietroburgo, e daccapo si reca a Bisanzio attraverso la Germania. 14

Da Bisanzio va a Smirne, nell anno 1851 e daccapo sull Athos e in altre città e isole della Grecia non libera. Quindi ad Alessandria, al Cairo, al monte Sinai nel marzo 1852.

Dal monte scrisse a noi dieci lettere, trattando di vari argomenti, come anche da altri paesi: e prima o poi 427 ne pubblicheremo soltanto quelle di argomento filologico, insieme a quelle indirizzate a Costanzio e a Sturtza se (Dio volendo) sarà possibile.

Si recò anche in Abissinia Simonidis, dal monte Sinai, insieme con due archimandriti greci. E lì vanificò le trame contrarie alla retta fede degli pseudosacerdoti della chiesa latina e, rafforzata la fede greca, tornò daccapo ad Alessandria, e di lì a Malta.

Da Malta passò a Cartagine e alla regione circostante ( ) e daccapo a Malta e in Sicilia e di lì in altre città e isole dell Europa occidentale e alla fine giunse anche nella città inglese di Liverpool nell anno 1853 e poi a Londra, come si esprime il suo Viaggio di studio archeologico indirizzato a Sturtza. Dal quale anche noi abbiamo escerpito tutto quanto ( ) è sopra riferito e lo pubblichiamo ora con il consenso del nobilissimo Alessandro Sturtza, non dubitando affatto che anche lo stesso Simonidis elogerà la nostra dedizione al bello alla quale anche Simonidis fu votato sin dalla fanciullezza.

Scritto in Mosca, il primo agosto dell anno 1853
Callinico Ieromonaco

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3. L analisi di questo testo porta alle seguenti conclusioni: 1) Simonidis attribuisce a se stesso tappe del viaggio di Artemidoro quali si ricavano da Strabone; 2) in alcuni casi adotta la stessa successione di toponimi presente in Artemidoro [fr. 96], che legge in Strabone e forse anche nelle raccolte di Hudson e Stiehle;

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Kallinikos

 
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