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Il Sinaitico e il Vaticano: due codici falsi - Rifugiati di Pella
Il codice Sinaitico e il Vaticano sono falsi. Tischendorf ottenne un credito enorme ed universale grazie all'appoggio della chiesa di Roma
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Comunque, il lavoro di digitalizzazione ha permesso di dimostrare che il Codice Sinaitico è semplicemente un falso. Si tratta di un libro contraffatto del diciannovesimo secolo sul cui testo tuttavia si basano moltissime delle traduzioni moderne della Bibbia.
However, the digitization work has made it possible to demonstrate that the Codex Sinaiticus is simply a fake. It is a 19th-century counterfeit book on whose text, however, most modern Bible translations are based.
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Bisogna riconoscere il fatto che, nella celebrità relativa al rinvenimento del Sinaitico, una bella parte l’abbia svolta la magistrale regia dei vari, illustrissimi personaggi. Tra di essi figura quella del suo preteso scopritore, Constantin von Tischendorf, quella del suo millantato avversario, Konstantin Simonides più quella dell’Archimandrita, Konstantin Alexandrovich Uspensky.
Questi tre incredibili personaggi, tutti chiamati Costantino, messi assieme al Vaticano, nella persona di Papa Gregorio XVI, e allo Zar di Russia, Nicola I, riuscirono a imbastire una storia che ha dell’inaudito. Accostando il Sinaitico appena ricomparso al Codice B (identificato dal numero d’archivio 1209) che il Vaticano assai misteriosamente diceva di possedere da tempo, sostennero di avere in mano due delle preziosissime 50 copie della Bibbia commissionate a suo tempo dallo stesso Costantino il Grande nel IV secolo.
La Torre di Guardia del primo ottobre 2009 ( anno della digitalizzazione del Sinaitico) alle pagine 18-20, in un articolo dal titolo Il codice Vaticano, osserva che ” Per molto tempo le autorità vaticane furono riluttanti a rendere il codice accessibile ai biblisti. L’illustre studioso sir Frederic Kenyon afferma: “Nel 1843 [il biblista Constantin von] Tischendorf, dopo avere aspettato diversi mesi, ebbe il permesso di vederlo per sei ore. . . .